sabato 24 febbraio 2024

STORIA DELLA CHIESA MEDIEVALE: INTRODUZIONE STORIOGRAFICA

 

STORIA DELLA CHIESA MEDIEVALE

INTRODUZIONE STORIOGRAFICA

 

FORMAZIONE DEL CONCETTO DI ETÀ DI MEZZO

Gli inizi della storiografia medievale si collocano in un contesto, che si caratterizza per una visione secolarizzata della storia e per  la convinzione che nel corso della storia c’è un periodo del passato, oramai concluso, che si distingue dai tempi nuovi, in cui noi si vive e si distingue anche da una età antica, che l’avrebbe preceduto. Sarebbe dunque periodo di mezzo, perché distinto e intermedio tra l’età antica e l’età moderna. 

Quindi si può parlare di presenza del concetto di Medio Evo, quando si ha simultanea presenza di due idee:

·         idea che dopo l’antichità c’è un periodo diverso dall’antichità

·         idea che questo periodo è già concluso, perché oramai si vive in tempi diversi.

Bisogna subito precisare che la denominazione di Medio Evo è successiva alla elaborazione del concetto di età di mezzo.

Già nel Trecento si incontrano aspirazioni ad una età nuova, per esempio in Petrarca (Canzoniere, sonetto n. 137: “L’avara Babilonia ha colmo il  sacco”. Il poeta lamenta di vivere in tempi deprecabili per via di una Chiesa, il cui papa si è trasformato in una sorta di sultano, che meglio starebbe a Bagdad che a Roma. Questa percezione lo spinge a desiderare una nuova era. Va precisato però che il giudizio severo del Petrarca riguarda solo la Chiesa del suo tempo e non l’intera epoca, che è venuta dopo l’antichità, perché per Petrarca questa epoca è contrassegnata dalla positività del cristianesimo.

 

Nel Quattrocento invece è più diffuso e più accentuato il tema della diversità tra l’antichità e l’epoca successiva, che viene qualifica come rozza e decadente. Tuttavia manca la percezione di appartenere ad un’epoca nuova e diversa.

Ciò emerge dalle opere di:

-        LEONARDO BRUNI (1370-1441): Historiarum florentini populi libri XII; Laudatio florentinae urbis 

-        COLUCCIO SALUTATI (1331-1406): in varie sue opere si rivela figlio dell'età medioevale ma già proteso verso il sorgente Umanesimo, di cui è in certo senso antesignano.

-        BIONDO FLAVIO (1388-1463): Decadi

-        POGGIO BRACCIOLINI (1380-1459): Historia fiorentina

-        LORENZO VALLA (1407-1457): Historiarum Ferdinandi Regis Aragoniae: Libri III

-        NICCOLÒ CUSANO (1400-1457)

Una parola particolare merita GIOVANNI ANDREA BUSSI (1417-1475): in un suo scritto compare l’espressione media tempestas: da molti per questo è considerato il precursore del termine tecnico Medio Evo, che in seguito si sarebbe imposto. In verità l’espressione nel suo proprio contesto è usata con il significato generico di passato non remoto, ma abbastanza recente.

 

Nel Cinquecento bisogna distinguere tra storiografi e artisti.

Negli storiografi  come Machiavelli (1469/1527)  e Guicciardini (1483-1540) non si rinviene la concezione di Medio Evo nel senso prima delineato: infatti alla chiara coscienza del divario tra antichità e tempi successivi non viene associata ancora la convinzione di vivere oramai in tempi nuovi.

Negli artisti (pittori, scultori, architetti) è fortissimo il culto per l’arte classica, che viene considerata espressione insuperabile di una civiltà aurea, conseguentemente si guarda con disprezzo all’arte successiva, che in blocco viene qualificata come barbara, gotica ed espressione di una civiltà inferiore. Siamo quindi di fronte al concetto del divario.

Di questo modo di considerare abbiamo una espressione chiarissima in GIORGIO VASARI (1511- 1574): Le vite dei più eccellenti scultori ed architetti (da Cimabue a Tiziano).

Emerge imperioso anche l’altro concetto necessario per parlare di età di mezzo: la persuasione che con il Trecento, con Cimabue e Giotto, ha preso avvio una nuova era. Che cosa distingue questa nuova età dal periodo precedente? La distinzione è data dal fatto che la nuova epoca cerca di fare rinascere l’antichità classica, riproducendone gli splendori.

La logica soggiacente è questa: l’antichità detiene il monopolio dei valori e le età successive valgono nella misura in cui riproducono il paradigma della antichità classica. Ciò che è diverso, è perciò stesso negatività, non-valore. Si tratta quindi di una concezione statica, ripetitiva della storia: l’originalità umana si riduce ad una mera funzione ripetitiva. Non solo in Italia ma anche negli altri ambiti culturali europei si afferma questo modo di pensare.

La concezione di Medio Evo, che abbiamo rinvenuto nell’ambito particolare degli artisti, trova invece perentoria affermazione nell’ambito della Riforma protestante germanica, dalla quale poi si diffonderà in tutta la cultura europea.

La polemica dei riformati nei confronti della Chiesa cattolica investe i secoli medievali e vi imprime un marchio senz’altro negativo. L’era nuova inaugurata da Lutero con il suo ricupero delle origini evangeliche del cristianesimo è intesa come una ribellione nei confronti del mondo medievale dominato dalla Chiesa cattolica con le sue strutture gerarchiche corrotte, con le sue deviazioni dottrinali e con le sue invenzioni leggendarie….

A servizio di questa prospettiva polemica si sviluppano nell’ambito protestante studi storici, che raggiungono la loro più alta espressione nell’opera ciclopica di MATTIAS VLACICH (in latino Flacius Illiricus, perché istriano): le Ecclesiasticae Historiae Centuriae (storia distribuita in secoli), preparata a Magdeburgo ed edita a Basilea fra il 1559 e il 1574 in 13 volumi. I collaboratori vengono denominati “centuriatori di Magdeburgo”.

Alcuni rilievi:

-        si introduce la tendenza a leggere il Medio Evo in relazione alla Chiesa, al Cristianesimo: si coglie quindi un elemento centrale della realtà medievale;

-        lo spirito polemico ha portato a mortificare il senso critico, violentando la realtà storica, introducendo parzialità, faziosità di giudizio;

-        il giudizio negativo riguarda non più solo alcuni aspetti, ma la globale realtà medievale;

-        nelle Centurie si fa ancora ricorso al termine Medio Evo per qualificare il periodo, che oramai è ben delineato (dal VI secolo al 1517). Tuttavia vi si usa chiaramente la distinzione in tre periodi di storia:

§   antiquitas ecclesiae (fini al secolo VI)

§   intermedia aetas (dal secolo VI al 1517)

§   nova aetas (epoca che ha il suo inizio con la Riforma protestante);

-        nell’ambito della storiografia protestante merita particolare attenzione CRISTOFORO KELLER (in latino Cellarius), uno storico protestante del Seicento: nella sua Historia Medii Aevi a temporibus Constantini Magni ad Constantinopolim a Turcis captam conia il termine Medio Evo.

 

Ovviamente la Chiesa cattolica romana non ha assistito impassibile all’attività polemica della storiografia protestante: a sua volta, e non senza spirito apologetico, dette vita ad una sua propria produzione storiografica, che – almeno nei primi decenni – non assunse toni di accesa polemica, ma piuttosto si mantenne sulla difensiva: sventare, argomenti alla mano, le accuse dei riformati.

Si porrà in evidenza il Medio Evo come periodo importante, anzi decisivo, per la formazione della civiltà europea e il cristianesimo, secondo l’interpretazione della Chiesa Cattolica, vi avrebbe svolto un ruolo primario. L’opra più insigne della storiografia cattolica è senz’altro dovuta a CESARE BARONIO (1538-1607), discepolo di san Filippo Neri fra gli oratoriani e poi cardinale e prefetto della Biblioteca Vaticana. L’opera si intitola: Annales ecclesiastici. Il primo volume uscì nel 1588. Baronio giunse fino al pontificato di Innocenzo III (1198), poi altri studiosi raccolsero l’eredità.

Tre rilievi:

-  la storiografia cattolica per la sua stretta relazione con quella protestante si trova obbligata a condividere la lettura primariamente cristiana ed ecclesiale del periodo medievale;

-        il Baronio, legato agli ambienti cattolici di riforma e rinnovamento, fu portato da un lato a condividere certe critiche dei riformatori e dall’altro lato a confutarne le accuse infondate senza però cadere in un atteggiamento di acrimonia preconcetta, ma anzi spesso mettendo in campo un manifesto sforzo di comprensione delle ragioni dell’avversario;

-      la difesa e la confutazione del Baronio tendono a compiersi secondo un metodo di revisione critica delle fonti, che utilizza i dati della filologia. Quindi mentre la storiografia protestante andava compromettendosi in una sterile e preconcetta polemica, quella cattolica fu indirizzata dal Baronio verso la ricerca storica approfondita ed erudita.

 

Nel Seicento si raccolsero i frutti: in campo cattolico si sviluppò una storiografia erudita, compresa della necessità di dare alla narrazione storica la base di una sicura documentazione. Si sviluppò un lavoro per individuare i documenti, distinguendo quelli autentici da quelli falsi. Si pose attenzione per rintracciare all’interno dei documenti autentici le interpolazioni e le aggiunte spurie. Si dette vita all’edizione accurata di parecchie fonti, che assicurarono una base di maggiore certezza alla ricerca storica successiva.

In Francia si distinse in questo lavoro la congregazione benedettina di san Mauro, fondata nel 1618 (i maurini).

In Belgio si costituì intorno a Jean Bolland (1596-1665), benedettino, una societas che da lui prese il nome di Bollandiana, impegnata tuttora nella collezione di fonti agiografiche. L’opera è ancora incompleta.

In Italia la linea erudita ebbe il suo massimo rappresentante in Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), prete modenese, che per un certo periodo fu anche bibliotecario all’Ambrosiana di Milano e poi divenne bibliotecario dell’Estense di Modena e anche parroco zelante della Chiesa di santa Maria della Pomposa (Modena): fu educato da un discepolo dei Maurini.

 

ELEMENTI CARATTERIZZANTI

Nel tentativo di caratterizzare l’epoca "medio evo", possiamo segnalare tre elementi:

·                -  il momento genetico (germanesimo - romanità – cristianesimo)

·      la struttura socio—politica della società

·      l'unicità dell'universo mentale.

 

A - il  momento genetico

È rappresentato dal fenomeno delle migrazione dei popoli germanici nelle terre d’Occidente.


Tale fenomeno favorisce un processo di separazione dell'Occidente dall'unità dell'oikoumene, che si era realizzata nei primi tre secoli dell’era cristiana e che si esprimeva anche in una certa unità linguistica: la koiné.

La separazione ebbe riflessi sia a livello politico sia a livello culturale.

A livello politico assistiamo al sorgere dei regni germanici, che acquistano nei confronti dell'Impero una crescente autonomia e tuttavia non comportano la totale eliminazione delle strutture imperiali locali (cfr diritto romano per i latini accanto al diritto germanico per i tedeschi).

A livello culturale l'impatto dei nuovi popoli germanici con la superiore cultura latina dà avvio ad un complesso processo di assimilazione, compenetrazione e amalgama dei due elementi sociali: in quest'opera ha certo un ruolo primario l'incontro nell'unica fede della Chiesa di Roma e delle Chiese d'Occidente in comunione con. lei.

Pur rilevando e la diversità tra la romanità ed il germanesimo e l'anarchia e il lungo doloroso travaglio di questa fase, ci pare che non ci si possa limitare a considerare questi aspetti, ma anzi sia su altro che si debba collocare l'accento e precisamente sulla collaborazione degli elementi discordi: solo così facendo saremo in grado di capire la creazione che ne deriva. Questa nuova creazione trova una prima chiara apparizione sotto i carolingi, dove appunto romanità e germanismo si esprimono in una realtà unitaria, armonica ed assolutamente originale.

Due osservazioni:

- fenomeni di questo tipo si incontrano anche in altri settori della storia della umanità: parliamo infatti di un medio evo della storia greca, in seguito alla invasione dorica (XI – VII sec. a.C.); parliamo di un medio evo della storia egiziana, in seguito alla invasione dei semiti dalla Siria (1700 a. C): si tratta sempre dell'inizio di una nuova fase della storia (va rilevato senz’altro che il termine “medio evo” è di per sé un termine arcaico, relitto di una cultura storica sorpassata: continuiamo a usarlo per convenzione).

- il medio evo, come fenomeno originato dall'insediamento dei popoli germanici nell'area della romanità interessa soltanto l'Occidente; è l'inizio della storia, della cultura occidentale. La parte orientale dell’Impero infatti, pur pressata all’esterno da popoli estranei, continuò a mantenersi nello schema socio-culturale dell'età classica fino alla caduta di Costantinopoli del 1453.

 

B - La struttura socio-politica della società

Non abbiamo una società fondata sull’eguaglianza di tutti gli individui, che sono in rapporto con l’autorità centrale dello Stato, come ente di diritto pubblico. Abbiamo invece una società, che si organizza secondo il principio della vita spontanea. L'aggregazione si compie e si mantiene per relazioni di sangue ed ancor più secondo il criterio della forza: questo, potremmo dire, implica tre tipi di dinamismo: il dinamismo della forza, che dall'alto si impone sulla base; il dinamismo della forza che viene ricercata dalla base per trovare sicurezza; il dinamismo della forza, che per rimanere tale, cerca con elargizioni il sostegno della base.

Da ciò consegue che la società si organizza in gran parte secondo lo spontaneismo delle relazioni personali. Questo rende decisive le classi, le differenze di classe, che si confrontano e si compongono in una società fortemente gerarchica: ciascuno si subordina ad un altro, dando vita ad una lunga gerarchia, basata sui rapporti personali di diritto privato e non di diritto pubblico. In questo contesto si costituisce la struttura feudale, che si esprime in unitaria forma piramidale, quando si impone una indiscussa ed indiscutibile forza (imperatore forte), quando invece questa forza manca, abbiamo una realtà complessa in cui si contrappongono molteplici gruppi, impegnati ad affermare i loro interessi particolaristici, gruppi che  a loro volta sono strutturati piramidalmente. Qui traspare l’ambivalenza della relazione feudale: essa può portare all’anarchia o all’ordine. E' chiaro che abbiamo un tipo di società in cui la sicurezza é legata all'esistenza di sovrani dotati di notevoli qualità personali. Pure l'economia è impostata su basi naturalistiche: il fondamento è dato dal bene immobile, dalla proprietà terriera; il bene mobile e la connessa vita di commercio hanno una presenza assai ridotta: ciò che si produce viene consumato in loco: ciò fa sì che non si produca in maniera “industriale”, ma ancora artigianale. Ciò fa sì che non ha senso retribuire con il salario (come utilizzarlo se manca quasi completamente la vita di scambio?) e anche questo spinge nel senso delle relazioni feudali: il signore- padrone ricompensa rassicurando di che vivere; il signore-padrone o mantiene o dona terreni.


È chiaro che una società impostata secondo questi criteri economici non conosce la presenza di una consistente classe borghese ed è invece dominata dalla nobiltà terriera.

 


C- Unicità dell’universo mentale                                                                          

Tutti interpretano tutto a partire dai principi della fede cristiana, viene pertanto a costituirsi un ordine che potremmo definire mitico-sacrale, in cui sono iscritti tutti gli aspetti della vita. Tale mentalità mitico-sacrale é molto viva sia a li­vello speculativo, sia a livello esistenziale (cfr concezione sacrale dell’impero; concezione sacrale della natura: ignorate le cause seconde, tutto viene ricondotto  a Dio, i fatti sono interpretati non secondo le leggi naturali, ma secondo il loro valore religioso; i giudizi sono condotti non secondo i criteri razionali del diritto, che indaga la responsabilità umana, ma affidandosi al giudizio di Dio che si esprime attraverso le ordalie; nell'arte si trascura la rappresentazione realistica a vantaggio della rappresentazione allegorica.

Nell’Alto Medio Evo abbiamo una dimostrazione linguistica di questo: scompare il verbo latino “loqui”. Nelle lingue romanze abbiamo in francese “parler”, in italiano “parlare”, che derivano dal greco parabolé, che ha a che fare con l’allegoria: oramai si dice solo per allegoria. In castigliano si usa “hablar”, in portoghese “falar”, che derivano dal verbo latino “fabulare”.

 

Significativo di questa mentalità è quanto avvenne ai tempi di Filippo II di Spagna: ai ministri fu sottoposto un progetto per rendere navigabili i fiumi Tago e Manzanares e creare così maggiori possibilità economiche ad alcuni gruppi di popolazione, che erano piuttosto isolati. La  commissione ministeriale respinse il progetto, adducendo questa motivazione: “Se Dio avesse voluto che quei fiumi fossero navigabili, lo avrebbe fatto con una sola parola, come fece in origine con il fiat lux. Sarebbe dunque un’usurpazione dei diritti di Dio se mani umane osassero migliorare l’opera lasciata incompiuta da Dio per motivi insondabili” (da M. LANDMANN, Problematik. Nichtwissens und Wissens – verlangen in philosophischen Bewusstsein, Göttingen 1949, p. 53 n. 13).

 

 

PROPOSTA DI PERIODIZZAZIONE

Risponde a una finalità didattica, ma non va considerato uno schema artificioso: infatti la determinazione della varie fasi si fonda su elementi obiettivi, offerti dallo sviluppo storico.

E' certo che verso la metà del secolo XI si presentano dei fatti, che segnano una chiara cesura rispetto alla realtà precedente: si tratta di alcuni indizi di un processo di maggiore differenziazione all'interno dell'unitario universo mentale, che caratterizza il Medio Evo (riforma gregoriana, riforma monastica, riforma canoni­cale, nascita della scolastica, movimenti di pietà popolare...)

Questa chiara cesura ci consente di distinguere nel Medio Evo due grandi fasi:

·           l’Alto Medio Evo, che va dal V secolo alla metà del secolo XI (in questa fase si è protesi ad acquisire gli elementi caratterizzanti richiamati prima)

·           il Basso Medio Evo, che va dalla metà del secolo XI al 1500, preso come termine massimo per eccesso (in questa fase invece si tende al superamento degli elementi caratterizzanti prima segnalati).

A – L’Alto Medio Evo:

All’interno di questa fase possiamo distinguere due momenti:

·           il momento della incubazione (V secolo – metà del secolo VIII con l’imporsi dei Carolingi)

·           il momento della coesione (metà del secolo VIII — metà del secolo XI).

Il momento della incubazione: abbiamo detto che la prima manifestazione chiara della nuova realtà medievale si ha sotto i carolingi: questa apparizione però non é un fatto improvviso, ma è preparato da un complesso di processi, che ha i suoi inizi già nel V secolo. Il secolo V ed il secolo VI conservano ancora quasi tutte le istituzioni romane, per cui potremmo vedervi la fase di chiusura del tardo tempo antico; però la presenza delle popolazioni germaniche vi inserisce un elemento nuovo, che si afferma per lo più come contrasto, ma insieme offre anche segni di una tensione all'incontro e ciò già può essere visto come inizio del Medio Evo. Ed infatti nel secolo VII già si nota un minore contrasto tra i due elementi sociali e già incominciano ad apparire, sia pure in maniera ridotta, le nuove forme romano-germeniche.

Il momento della coesione: col termine non vogliamo tanto indicare la fusione armonica della romanità col germanismo nella nuova realtà medievale, ma piuttosto la profonda compenetrazione delle varie componenti della vita, in particolare della sfera civile-statale e della sfera religioso-spirtuale-ecclesiastica nell'unica ecclesia universalis, che ha come capo Cristo e che persegue un'unica finalità politico-religiosa: la realizzazione del regno di Dio sulla terra in cammino verso il Cielo. In questo momento manca la distinzione tra Stato e Chiesa: tale distinzione si opererà quando si giungerà a percepire la Chiesa come realtà ontologicamente soprannaturale, con finalità spirituale e lo Stato, come real­tà ontologicamente naturale, con finalità temporale. Per ora ci si limita ad una distinzione di funzione tra sacerdozio e regno, che hanno maniere diverse per per­seguire l'unico fine politico-religioso; la distinzione di funzioni non si fonda però su una distinzione di ambiti giurisdizionali e pertanto abbiamo un sacerdozio, che talora assume un carattere regale come pure abbiamo un regno che talora assume un carattere sacrale: unzione-consacrazione dei re, che per il suo carattere sacrale e per la sua funzione intraecclesiale governa secondo modalità teocratiche (cfr le forme della chiesa propria, della investitura dei chierici, della dipendenza dei chierici dal re mediante omaggio...) Si deve tuttavia dire che a queste modalità teocratiche manca il supporto di una ideologia teocratica; non si teorizza il compito sacerdotale del re, ma di fatto si arriva ad un esercizio di questo tipo per necessità storica contingente (siamo ancora agli inizi di un mondo: i ruoli non hanno ancora una stabilità tale da potere esercitarsi in autonomia, pertanto chi é più. forte supplisce alla debolezza del più debole, stante la concezione di coesione).

Ma questo è solo un primo stadio del fenomeno medievale: uno stadio di infanzia, proteso verso ulteriori sviluppi, che si manifestano nella fase, successiva, che noi definiamo con l'espressione: momento della diastasi.

B -  Il basso medio evo:

Dalla meta del secolo XI al 1500 come limite massimo per eccesso.


Anche in questa fase possiamo distinguere due momenti:

-        il momento della diastasi: dalla metà del secolo XI alla fine del XIII secolo (avvenimenti del pontificato di Bonifacio VIII)

-        momento del tardo medio evo o della transizione al tempo moderno: dagli inizi del XIV secolo alla fine del XV secolo.

Il momento della diastasi: verso la metà del secolo XI, come dicevo, assistiamo ad una serie di iniziative di grande portata storica, che indicano il passaggio ad una nuo­va epoca. Esse (riforma gregoriana, riforma monastica, riforma canonicale; nascita della scolastica; movimenti di pietà popolare...) fanno parte di. un globale movimen­to di riforma, che sottopone il mondo occidentale a notevoli contrasti, discussioni, che non portano certo alla distruzione della cultura unitaria dello stadio preceden­te, ma stimolano ad una maggiore attenzione alle distinzioni, alle singole componen­ti della vita. In questa prospettiva Regno e Sacerdozio, pur rimanendo uniti nella unica realtà della Christianitas, giungono a distinguersi sempre più non solo a livello funzionale, ma anche a livello di ambiti giurisdizionali. Nella stessa prospettiva si produce la distinzione tra teologia e filosofia e prendono vita altre scienze autonome, quali il diritto canonico, la medicina... All'interno delle singole discipline, con l'applicazione della dialettica, non ci si limita più alla lettura e al commento delle sentenze degli antichi (lectio), ma si dà libero corso al dibattito secondo la ratio (quaestio).

Pure nella stessa prospettiva si giunge ad una maggiore distinzione tra vita monastica e vita canonicale. E nel campo della vita e della dottrina cristiana, in conseguenza di un maggior spirito critico, sorgono nuove forme di pietà, di vita cristiana, di riflessione teologica, che spesso danno vita a sette clericali.

Anche sul piano socio-economico si assiste ad una maggiore articolazione della società: oltre all’agricoltura, si sviluppa anche il commercio e si avvia la produ­zione industriale... Al dominio del bene immobile comincia a sostituirsi il dominio del bene mobile e quindi al dominio della nobiltà terriera si avvicina il dominio della borghesia finanziaria.

A livello linguistico va segnalato lo sviluppo delle lingue nazionali, che giungono oramai a proprie espressioni letterarie.


Il tardo medio evo o il momento della transizione ai tempo moderno: nella fase della diastasi, nonostante il maggiore articolarsi della vita, permane una fondamentale unità dell'Occidente, che si esprime nella realtà della Christianitas, capeggiata in maniera sempre più decisa dal papato. Questo universo cristiano però con la sconfitta di Bonifacio VIII cambia volto: alla Christianitas, sottoposta al potere papale, succede il corpus principum christianorum e quindi si sviluppa una nuova relazione regno- sacerdozio.

Un fatto nuovo si opera anche a livello culturale: da una parte la scolastica viene sconvolta dal nominalismo, dall'altra l'umanesimo sviluppa un'idea nuova di uomo.

Complessivamente possiamo dire che siamo in presenza di un momento con elementi mi­sti: in parte medievali, in parte nuovi.

 

LA STORIOGRAFIA DEI MANUALI E DELLE OPERE PIÙ RECENTI

 

I vecchi manuali di storia medievale sono frutto di una storiografia politico-diplomatica pertanto presentano due caratteristiche:

-   l'esposizione storica si limita ad una elencazione di fatti, senza mai impegnarsi in un'analisi di idee e concetti (qui ha molto influito la mentalità positivista)

- si costruisce una storia di "vertice" (papato-impero), secondo la convinzione che sono le forti personalità a fare, la storia (qui ha certo influito lo storicismo crociano). La storiografia recente, pur non negando i risultati già raggiunti, ha manifestato una chiara tendenza all'allargamento della prospettiva precedente.

Vediamo il principio che ha determinato tale allargamento ed i sensi in cui si è operato tale allargamento:

il principio: anche per influsso diretto o indiretto del marxismo, si è  raggiunta la convinzione che la storia é data dal normale e globale svolgimento della vita e pertanto lo studio si è rivolto alla base della società, alle sue strutture, alle masse.

I sensi di allargamento: sono fondamentalmente due:

1)      una maggiore attenzione agli aspetti socio-economici, anche grazie all’uso dei nuovi mezzi statistici e demografici e all'aspetto artistico

2)      un orizzonte spaziale e geografico più ampio: il tentativo cioè di inquadrare il medio evo europeo in un panorama intercontinentale.

Esponenti di questo nuovo Tedio Evo sono:

1)      il belga HENRI PIRENNE (1862-1935) studioso di storia dell'economia; tra le sue opere ricordiamo:


· La storia d’Europa, Firenze 1967

· Maometto e Carlo Magno,Bari31973

· Le città del Medio Evo, Bari2 1972

· Storia economica e sociale del Medio Evo, Milano2 1975

(la tesi del Pirenne è celebre: il Medio Evo consisterebbe nella formazione di un Occidente continentale, uscito dalla "Romania" mediterranea e separato dall'Oriente, ai tempi dei carolingi a causa delle invasioni barbare).

2)      il francese MARC BLOCH (1886-1944): reagisce al positivismo del suo maestro Ferdinand Lot, che considerava la storia alla stregua di una scienza esatta, determinata da leggi prevedibili; Bloch al contrario cerca di dare uno spazio alla libertà umana, ai fattori irrazionali del comportamento umano, all'imponderabile.


·  La società feudale, Torino4 1962

 

3) Il belga LEOPOLD GENICOT (1914 – 1995): nella sua opera manifesta un'attenzione per le istituzioni e l'economia (che deriva dal suo maestro Pirenne) ed un'attenzione per i problemi della spiritualità e  della cultura.

·  Profilo della civiltà medievale, Milano 1968

Due limiti: sintesi unilaterale, a partire da una preoccupazione etico-apologetica l’autore si limita a presentare arbitrariamente solo gli aspetti positi­vi del fenomeno medievale. Poi trascura eccessivamente i secoli XIV e XV, che per il Genicot sono solo il declino del Medio Evo, quando in realtà sono il trapasso verso l'epoca moderna.

 

4) ROBERTO SABATINO LOPEZ, italiano di derivazione ebraica, stabilitosi negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale (1910 - 1986)

·      La nascita dell’Europa, Torino-1966.

Caratteristica di questa opera è duplice: offre una impostazione emisferica della storia (non solo l'Europa, ma anche la Cina…); presta attenzione anche ai fattori climatici biologici, economici.

 

5) il francese JACQUE LE GOFF (1924 – 2014)

·           La civilisation de l'Occident médiévale, Paris 1965

L'opera si limita ai secoli che vanno dal X al XIV e ci offre un Medio Evo meno ideale, più concreto e più rude. L'autore si serve di scienze praticamente nuove: l'archeologia medievale, l’archeologia agraria, la fotografia aerea e pertanto si muove secondo un deciso materialismo, anche se non di tipo marxista (influenza di Fernand Braudel): non si affida all'ideologia delle classi dominanti ma agli impulsi elementari (la ricerca del benessere, della tranquillità....).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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